L’emancipazione è ancora una volta una questione da gonna

Mai come in questi ultimi anni la moda si è impegnata a ribadire il concetto che la donna è donna. Magari femministe, sicuramente in carriera, le signore di oggi non rinunciano alla femminilità che non deve rappresentare più un ostacolo per l’emancipazione. Simbolo per eccellenza del gentil sesso è da sempre la gonna, di tutte le misure, fogge e colori.

oggetto_editoriale_gonnaChe siano prudish, come quelle proposte da Christian Siriano e Krizia, di sicuro in versione patchwork secondo Paul Smith, oppure old fashioned reinterpretate da Oscar Della Renta e Victoria Beckham fino alle cortissime cheeky di Tommy Hilfiger e Viktor&Rolf.

rosea_lakeDalle passerelle alla rete, ancora oggi troppo spesso accade che sia l’abito a fare il monaco e nel caso delle donne la lunghezza della gonna molte volte viene considerata direttamente proporzionale con la sua pudicità. È così che Rosea Lake, diventata famosa sul web con oltre 600.000 repost, indignata per il giudizio dei coetanei riguardo il suo abbigliamento ha deciso di scrivere sulle gambe di una sua amica modella un aggettivo per ogni lunghezza di gonna e l’ha fotografata inventando così una provocativa legenda della gonna. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo nell’ultimo anno trainata dalle nuove tendenze moda che riconfermano la gonna must have per tutte le donne ignorando convenzioni e aggettivi. Perché è bello che ogni donna possa scegliere liberamente su quale lunghezza d’onda sintonizzarsi, che sia provocative o proper, scardinando grazie all’umorismo molti pregiudizi ancora troppo attuali.

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