Gilda e Catherine si godono le feste e le leccate del barboncino e gli sguardi di azzurro cobalto del bell’Antonio, che ancora lo tiene in braccio e chiede: “Ma di chi è questo cane, anzi questa cagnolina?”. “E’ Mia!”, urlano all’unisono le quattro ragazze che, pure vedendosi per la prima volta in vita loro, già si fanno reciprocamente simpatia.
“Visto che non è successo niente”, interviene il povero Maurizio, ancora accostato allo sportello semiaperto della sua vettura “perché non andiamo tutti al bar a bere qualcosa. Offro io. Magari anche la cagnolina ha sete… A proposito, visto che è di tutte voi come si chiama?”. “Non é di tutte: è Mia!”, rispondono imploranti e insieme le quattro ragazze, contendendosela.
“Già Mya – risponde Maurizio (jeans sdruciti alla moda, camicia aperta sul petto villoso e giacca blu notte, che deve piacere tanto a Silvia) – proprio come una delle linee della maison di gioielli per la quale lavoro…”. “Mya, esatto, la chiameremo Mya – interviene Chiara – Se siete tutte d’accordo?”.
“Certo. Ciao io sono Gilda”. “Lieta di fare la vostra conoscenza, io mi chiamo Catherine”. “Eccomi, sono Silvia”. “Chiara…”. “Antonio”. “Maurizio”. “Bau”.
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