Gioielli e Psiche

vermeerTra il IV ed il III secolo a. C. si assiste al fiorire dell’arte orafa in Magna Grecia. A Taranto, vivace ed attivo centro culturale, i ritrovamenti tombali testimoniano la rilevanza di questa attività.
Nell’antico Egitto si dedicava molta cura ed attenzione alla decorazione del corpo: donne e uomini usavano indossare un collier chiamato “usekh”, realizzato con diversi giri di perle, o anche semplici catenine d’oro alle cui estremità venivano posti dei preziosi pendenti.
In epoche più recenti, Jan Vermeer, esponente della corrente fiamminga, nel XVII secolo amava ritrarre giovani ragazze, spesso sue cameriere impreziosite da dettagli quali, ad esempio, gli orecchini di perla, che poi danno il nome ad un suo famoso ritratto.
L’uso di gioielli ha quindi segnato la storia dell’umanità fin dai suoi primordi. Con la scelta dell’abbigliamento e dei gioielli – spiegano gli psicologi – comunichiamo al mondo chi siamo e come ci sentiamo. In parte si è coscienti di queste scelte, in parte il processo è involontario.
Chi acquista un gioiello cerca esclusività, alta qualità, l’offerta in un punto vendita qualificato. Ma – valutano gli strateghi del marketing – deve vincere il brand, il marchio che si esprime attraverso un’immagine omogenea e si realizza con la comunicazione. Il “consumatore” deve convincersi che sta acquistando un bene di qualità superiore.
Noi siamo certi che chi sceglie i gioielli Boccadamo (preferiamo rivolgerci a clienti, amiche e amiche) lo faccia seguendo soprattutto le ragione del cuore. I Gioielli Boccadamo si scelgono semplicemente perchè piacciono.

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