“Rusalka” e Dalisi al San Carlo con un’opera ambientalista

150239688-9cb791d6-8474-4d73-875f-80271bf49ef3Grande attesa al Teatro San Carlo per “Rusalka”, l’opera di Antonín Dvořák, in scena per la prima volta al Lirico partenopeo. Una kermesse che unirà per l’ennesima volta la poesia della lirica al mondo dell’arte contemporanea. Dopo personalità del calibro di Erté, Prampolini, Rauschenberg, chiamate nella realizzazione di allestimenti di scena, il testimone è passato a un poeta-designer che porta in alto il nome della città di Napoli, Riccardo Dalisi. Una missione, la sua, per sollevare ancor di più, la protesta comune della chiusura del centro di animazione culturale Mammut di Scampia. La passione per i materiali poveri, l’attenzione per il riciclo e il rispetto delle risorse ambientali made Dalisi, rendono “Rusalka” una sirena ecosostenibile. Una scultura in ferro, musa ammaliatrice, figura leggendaria, dà il benvenuto nel foyer ridotto del San Carlo. Interamente realizzata in ferro battuto, poggiata su un grande scoglio di legno e circondata da 8 stendardi dipinti, racconta silenziosa la fiaba di un amore per un principe e la rinuncia di una natura mitologica. “A metà tra la Rusalka slava e la Partenope napoletana”, la sirena stilizzata è accompagnata da un album illustrato con sette bozzetti raffiguranti i personaggi dell’intera opera in scena dal 19 al 29 gennaio. In tema con l’allestimento sostenibile di Dalisi, Dvorak sceglie per gli attori di “Rusalka” costumi interamente realizzati con materiali riciclati ed ecocompatibili. Dalla pelle di salmone ai sacchetti della spazzatura, al San Carlo l’opera è ecologista.

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